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Cristianesimo a Roma

Il Cristianesimo nella cittą di Roma

Nel 312 Costantino il Grande vinse a Ponte Milvio contro Massenzio e raccolse il potere. Lo divise per alcuni anni con Licinio e, dopo la sua morte, nel 325 rimase signore dell' Impero. La prima comparsa del cristianesimo  a Roma è legata alla presenza nella città di una continuità giudaica. Lasciando libertà di adoperare i propri dei ai romani imposero a tutti l'obbligo di prestare qualche forma di culto alle divinità protettrici di Roma e del suo impero. Con i Giudei la cosa sembrava più difficile : l'ebreo e modeista e non ammette l'esistenza di altre divinità. Ottennero dai romani il diritto al riconoscimento del proprio Dio ma il senato impose periodici sacrifici, nel Tempio di Gerusalemme per la prosperità dell' impero e del popolo.
 Nonostante il proibizionismo, il giudaismo ebbe numerosi seguaci : alcuni si convertivano, molti seguivano le credenze e gli usi giudaici senza convertirsi. In questo terreno gli apostoli trovarono i primi ascoltatori. Tenaci furono le opposizioni di impedire il diffondersi della nuova fede.
 Il governo romano ignorò per un certo periodo l'esistenza del cristianesimo considerandolo una setta giudaica. A Roma gli Ebrei erano molti numerosi e vivevano nei quartieri più poveri e più affollati della città (Trastevere, Ciroc Massimo, Suburro) dove svolgevano i loro lucrosi commerci accumulando capitali che prestavano ad un alto tasso di interesse.
 Lo stesso Giulio Cesare, sembra sia ricorso ricompensandoli poi con grossi favori. Quando iniziasse la predicazione del Vangelo non si sa con certezza, si sa però che l'imperatore Claudio (fra il 42 ed il 54 d.C.) cacciò dalla città i giudei perchè provocatori di disordine per l'eccitazione dovuta alla predicazione di Cristo.
I cristiani ed ebrei rimasero per qualche tempo in esilio ma poi la comunità cristiana di Roma si riorganizzò e aumentò notvolmente il numero dei seguaci.

Sulla comunità cristiana di Roma si abbattè, verso la fine del principato di Nerone, la prima persecuzione. Nerone aveva provocato nel 64 l'incendio che aveva devastato gran parte della capitale. Per scansare da sè l'accusa insistente del popolo la riversò sui cristinai che furono ricecati, arrestati e fatti morire tra i più crudeli supplizi. Il supplizio fu trasfomato in spettacolo : alcuni furono fatti dilaniare dai cani; altri offerti in pasto alle belve, altri crocifissi e accesi come torce. Anche San Pietro e San Paolo caddero vittime del masacro: il primo crocifisso, il secondo decapitato con la spada. San Paolo fu sepolto in un campo sulla via Ostiense dove oggi sorge la basilica; la salma di San Pietro fu deposte sulle pendici del colle Vaticano.

Nonostante il masacro la chiesa di Roma si ricostituì più numerosa ma dovette sostenere ancora una difficile prova negli ultimi anni del principato di Diocleziano. Imperatore sospettoso e crudele instaurò un regime di terore e di pesecuzione. Le vittime non appartenevano solo alla plebe povera, ma la maggior parte alle clasi più elevate della società. I condannati a morte per ateismo e costumi giudaici, erano soprattutto cristiani : il console Flavio cugino di Domiziano; la moglie Flavia Domitilla, il nobile Acilio Glabrione e moltissimi altri.


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