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Roma nell' etą di mezzo

Roma nell'etą di mezzo (sede papale ad Avignone e capitale dell' impero a Costantinopoli)

La grandezza di Roma, era legata alla presenza dell' imperatore e della sua corte. Con lo spostamento della capitale a Costantinopoli iniziò la decadenza topografica e demografica di Roma.

Il Paladino ed il Campidoglio si spopolarono, le ville dei ricchi vanno in rovina mentre la popolazione si accumula nei quartieri plebei.

Il Foro non è più il centro della cit e nel Campo Marzio, nella Suburra e a Trastevere nascono quartieri separati. Nel V secolo la città fudevastata da quattro terremoti , devastazioni ed incendi ad opera di invasori:

  • i Goti di Larico;
  • i Vandali  e le truppe di Recimero.

Con la guerra gotica la popolazione diminuì a soli 50.000 abitanti. Con il cristianesimo furono abbandonati la maggior parte dei tempi dedicati agli dei e si salvarono solo quelli che divennero chiese com il Pantheon.

Nuclei vitali si spostarono verso il Laternao e attorno a San Pietro e nell' aspetto monumentale della città di Roma risaltarono le chiese e le dimore dei ricchi munite di torri.

Al risveglio dela vita urbana contribuivano i periodici giubilei. Con il trasferimento dei Papi ad Avignone la città di Roma si ridusse tra le falde del Pucio, del Gianicolo e del Tevere.

Sul Campidoglio pascolavano gli ovini; il Foro si chiamava Campo Vacino; mucche e pastori popolavano le vicinanze del Laterano e di San Pietro.

La popolazione non superava i 20.000 abitanti.

 


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