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Espansione urbanistica di Roma

Lo sviluppo economico di Roma quando divenne capitale d'Italia

Quando Roma divenne capitale d'Italia (1871)  ebbe inizio un forte sviluppo edilizio soprattutto sui Prati di Castello, alla destra del Tevere.

Si allargò l'area sull' Esquilinio grazie all'apertura della stazione ferooviario di Termini. Le case si estesero anche sul Gianicolo , sui Monti Parioli e su Monte Mario. Furono aperte strade rettilinee come via Nazionale, Corso Vittorio, via Cavour, viale del Re (ora via Trastevere); ampliate e costruite piazze come piazza Venezia, dove cominciò a sorgere il monumento a Vittorio Emanuale, piazza dell'Esedra (ora piazza della Repubblica), piazza Cavour. Furono innalzati grandiosi edifici come il Palazzo della Giustizia e della Banca d'Italia.

Nel 1901 furono censiti 424.228 abitanti in città e 13.000 in periferia che era quasi disabitato. Nel novecento le vicende di roma si svolgono in tre peridodi:

  1. i primi decenni;
  2. il perido tra la prima e la seconda guerra mondiale;
  3. il perido attuale.

L'espansione, soprattutto negli ultimi decenni non è stata organica ma è prevalsa la speculazione edilizia che ha distrutto il verde e ha portato caseggiati in direzioni inopportune. L'espansione si è allargata lungo alcune consolari come la Flaminia, la Salaria, la Nomentana, la Tiburtina, la Prenestina, la Casilina e l'Aurelia.

Negli spazi lontani l'asse stradale nasce il quartiere di Pietralata e Centocelle. Nel censimento del 1911 risultavano 397.989 abitanti nei rioni; 98.000 nei quartieri; 13.855 nella periferia. Nel 1920 la periferia era piena di orti, giardini e vigneti ma ben presto fu intaccata dai caseggiati e si registra un forte incremento.

Prima della seconda guerra mondiale l'espansione continua a macchia d'olio e interi quartieri furono demoliti e lasciarono il posto a via della Conciliazione e corso del Rinascimento, si aprivano via Barberini, via Bissolati e via dell' Impero. Si svilupparono le "borgate", insieme di casette a un piano per gli abitanti delle zone centrali demolite.

Dopo la seconda guerra mondiale il ritmo di espansione è stato celerissimo ma non è avvenuto in maniera omogenea. Nel settore orientale le aree sono state occupate da caseggiati alternati a stabilimenti industriali; nel settore sulla destra del Tevere si sono formati quartieri residenziali (Vigna Clara, Due Pini) con abitazioni signorili.

La città di Roma ha registrato un aumento di 63.000 persone all' anno, dovuto al trasferimento di persone provenienti da regioni italiane e straniere. Anche le attività industriali e commerciali hanno seguito lo sviluppo topografico e demografico.

Nel campo industriale, oltre all'artigianato, prevalgono imprese di media e piccola entità. Fattori positivi sono stati :

  1. l'esistenza di campagne che hanno permesso l'attività agricola-pastorale che forniva materie prime e manodopera abbondante;
  2. buona rete di comunicazione stradale e ferroviaria;
  3. utilizzo di energia idrica;
  4. esistenza di banche ed istituti di credito;
  5. stimoli derivanti dal Governo centrale.

 Fattori negativi dello sviluppo di Roma sono la relativa distanza da un porto  efficiente e la mancanza di tradizione industriale. Le principali attività ora sono l'alimentazione, la metalmeccanica, la chimica e la farmaciautica, l' edilizia, la vetraria, le fabbriche di mobili, di tessuti artificiali, d'abbigliamento, arte tipografica e industria cinematografica.


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